Il progetto mission 1000 Dakar con Tacita è stato per me una grande esperienza tecnica all'interno di un mondo che già conoscevo. In questi anni ho effettuato vari test con differenti moto elettriche, ma mai stressanti come può essere la Dakar.
La Dakar è il più estremo terreno di gara e di test per provare e sviluppare tutte le tipologie di motori e Tacita si è impegnata al massimo da subito. Io mi sono trovato a guidare come primo pilota italiano, sulla la prima moto italiana elettrica sviluppata per i rally, nella prima Dakar dedicata a questi motori, compito non facile.
I percorsi della Dakar 2024 per la mission 1000, anche se più corti, sono stati gli stessi della Dakar “moderna”, con un prologo difficilissimo sia per navigazione che per percorso, immerso in un erg di dune e sabbia molle. Poi è continuata su percorsi sempre più difficili fra dune immense e complicate che hanno messo in difficoltà tutti i mezzi elettrici e ancor più le moto.
La difficoltà più grande è stata l’autonomia delle batterie nelle tappe di dune altissime e sabbia molle disputate nelle ore centrali del giorno: tutti i mezzi che partecipavano alla mission 1000 hanno avuto problemi, chi si fermava dopo 60 km chi dopo 80 chi 4 km prima dell’arrivo. Da parte mia, nonostante tutto, sono riuscito a testare: maneggevolezza telaio, pesi, autonomia, accelerazione e sviluppo dell’erogazione per poter galleggiare al meglio sulla sabbia o sui percorsi con poca aderenza. Incredibilmente l’autonomia su fondo duro è altissima, quasi 180 km, e parliamo almeno di 3 ore di moto, mentre sulle dune e piste di sabbia tutto cambia.
La navigazione in questa Dakar è stata molto difficile e complessa, con cambi di ritmo e note del road book molto ravvicinate, per poi cambiare con note di cap fuori pista, fra canyon strettissimi e falesie di roccia dove facilmente si poteva imboccare il percorso sbagliato, col timore di saltare il waypoint di convalida, con conseguente penalizzazione.
In questa Dakar, tutti i piloti (tranne i primi 20 circa) hanno fatto uso del nuovo road book digitale, facile da usare ma pieno di tante informazioni mal suddivise fra loro. Da parte mia, utilizzare questo strumento mi è piaciuto tanto ed è molto performante anche di giorno sotto il sole. Mentre nelle ore notturne diventa di più difficile lettura per la retroilluminazione che abbaglia il pilota.
Ora, con l’esperienza della Dakar mission 1000, con Tacita si può sviluppare una moto maneggevole, dai pesi contenuti e una erogazione performante coadiuvata dal cambio meccanico e dalla frizione.
Purtroppo per i vari problemi che si sono presentati e per poter testare la moto sul campo non sono riuscito a finire tutte le tappe, ma la Dakar resta sempre una grande e stupenda manifestazione con i suoi pro e contro, dove è ancora l’uomo a fare sempre la differenza.
Non per ultimo ringrazio i miei sponsor che mi hanno sostenuto per tutta la durata della competizione e che hanno permesso a queste tecnologie di fare importanti passi verso un futuro sempre più sostenibile.